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Dolore e sofferenza sono la stessa cosa?

dolore e sofferenza non sono la stessa cosa

Spesso tendiamo a utilizzare i termini “dolore” e “sofferenza” come sinonimi, considerandoli come interscambiabili. In realtà non sono la stessa cosa, si rifanno a due concetti un po’ diversi tra loro. Comprenderne il senso ci permette poi di confrontarci con essi e affrontarli in modo diverso.

L’esperienza del dolore è qualcosa con cui prima o poi nella vita tutti dobbiamo fare i conti. Presto o tardi tutti faremo l’esperienza della perdita. Una tra tutte la perdita di un familiare o di una persona amata o la fine di una relazione. A questo tipo di dolore non c’è rimedio, è ineliminabile, non c’è altra via se non viverlo e abitarlo come meglio ci riesce. Ciò che invece spesso accade è che facciamo di tutto per evitarlo, distraendoci nelle mille cose da fare per anestetizzarci da questo dolore perché intollerabile per noi. Oppure possiamo abbatterci, chiuderci in noi stessi, crogiolandoci in esso, non lasciando spazio ad altro. Nessuna di queste ultime due strategie sono utili per affrontare il dolore.

Da questo dolore possono delinearsi due traiettorie

  1. Questo dolore potrebbe mettere le basi per una forte crescita interiore, potrebbe aiutarci a contattare la parte più autentica e profonda di noi. Contattare quindi il “senso dell’amore” nella forma più pura. Ciò ci può fare un salto evolutivo che può portarci a vedere le cose in modo diverso. Attivando quindi quello che può essere definito come un processo trasformativo virtuoso. Quella che in Giappone viene definita l’antica arte del “kintsugi” che consiste nel riparare i vasi rotti utilizzando una laccatura dorata; così quello che prima veniva considerato un difetto viene esaltato, conferendo a quell’oggetto ancora più valore.
  1. Se invece non riusciamo a canalizzare questo dolore, a comprenderlo fino in fondo e a liberarcene nel modo giusto esso può costituire l’innesco di un circolo vizioso di sofferenza, senza fine. Quello che i buddisti chiamano Karma e che i padri della psicologia definivano “coazione a ripetere”, dove tutto ciò che non è stato risolto ritorna in forme diverse, fino a quando il nodo della sofferenza non viene finalmente sciolto. Questo aspetto lo possiamo ritrovare in tantissimi aspetti della nostra vita (esempio, dal non sentirci mai abbastanza considerati dalle persone che amiamo, oppure dalla collezione di relazioni fallimentari che abbiamo accumulato negli anni). Non c’è niente di sbagliato dobbiamo solo trovare il modo per uscire da questa catena di condizionamenti.

Quindi mentre il dolore è una condizione potenzialmente passeggera ineliminabile, la sofferenza di fatto è una “scelta”. La sofferenza scaturita dalla non-accettazione di qualcosa di doloroso, come può essere una perdita, un rifiuto o un fallimento, di fatto è evitabile. Questo è possibile se ci diamo la possibilità di indagare dentro di noi i meccanismi generatori. Per aiutarci in questo possiamo rivolgerci a un professionista che ci permetta di dare luce a delle parti di noi ancora in ombra.

Nel frattempo che altro potrei fare?

Innanzitutto, prendere atto che il seme di questa sofferenza è insita nel nostro pensiero. Non è la cosa in sé ad essere negativa, ma l’interpretazione che ne diamo. Quindi già cambiare punto di vista può essere una grande risorsa da attivare per cogliere altri aspetti dell’esistenza!

La vita è un po’ come un banco di prova e siamo tutti giocatori. Proviamo a fare dei nostri errori l’occasione per imparare qualcosa in più sulla nostra vita, facendo di essa un’opera d’arte!

Sono la Dott.ssa Sara Appoloni, psicologa, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e mediatrice familiare. Terapeuta EMDR. Istruttrice di interventi basati sulla mindfulness in formazione ed esperta in mindfulness psicosomatica. Membro del direttivo regionale della Società Italiana Terapia Comportamentale e Cognitiva (2018-2021). Offro colloqui di psicoterapia e sostegno psicologico a bambini, adolescenti, adulti e coppie, sostegno alla genitorialità e mediazione familiare. Disponibile anche per la terapia online.

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