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Le 4 leggi della sofferenza

Le 4 leggi della sofferenza

Non possiamo evitare il dolore ma la sofferenza generata dalle nostre credenze auto-limitanti sì. La sofferenza si costituisce di 4 leggi che vediamo di seguito. Molto di ciò che ci accade non dipende tanto dal fatto in sé per sé, quanto più dal peso che gli diamo. Quindi dalla valutazione che diamo di quell’avvenimento. Uno stesso fatto se visto da due punti di vista diversi può connaturarsi come una fortuna ed essere felici di questo, oppure una disgrazia ed angosciarci.

Proviamo quindi a sfatare alcuni miti che possono divenire credenze disfunzionali che vanno poi a condizionare la nostra vita.

Quali sono le 4 leggi della sofferenza?

  1. Non viviamo in un mondo giusto. Se prendiamo come concetto assoluto e sempre vero l’idea che se ci comportiamo bene andrà tutto bene, rimarremo delusi nello scoprire a volte il contrario. La credenza che il mondo sia regolato da “una sorta di giustizia universale” la possiamo vedere da vicino nelle frasi del tipo: “cosa ho fatto io per meritarmi questo?!”, “proprio a me doveva capitare?!” Oppure dalla costante ricerca di una responsabilità che possa spiegare degli avvenimenti negativi, come ad esempio espressioni del tipo: “gli è venuto un tumore ai polmoni perché fumava”, “è morto in un incidente stradale perché aveva bevuto e correva come un matto”.

Con questo non voglio negare l’esistenza di un Dio che possa avere un piano per tutti noi e che regoli l’universo con concetti quali la giustizia, l’amore e la compassione, ma supponiamo che sia così. Di certo non può essere la nostra visione limitata delle cose ad aiutarci a vedere il disegno che ha per noi nella sua completezza. Per riprendere la citazione di un film “noi siamo come formiche in grado di vedere solo la foglia che abbiamo sopra la nostra testa” e non la meraviglia di tutto il creato.

  1. La vita è fatta anche di dolore e delle cosiddette emozioni negative. Proprio perché stiamo vivendo non possiamo selezionare solo un certo tipo di esperienze e toglierne delle altre. Se vogliamo vivere occorre accettare tutto il pacchetto delle esperienze, così come tutto il pacchetto delle emozioni. Non esistono emozioni positive e negative in sé per sé. E’ sempre una questione di contesto, pervasività e intensità che può fare di un’emozione come l’ansia o la paura un’esperienza spiacevole. Se non avessimo l’ansia e la paura probabilmente ci saremmo estinti, perché ci saremmo esposti a molti più pericoli. Quindi tutte le emozioni hanno la loro utilità se siamo in grado di gestirle. Per di più non riusciremmo a sentirci felici se non avessimo sperimentato la tristezza, così come non riusciremmo a dare valore alla nostra vita se non ci fosse una fine.
  2. Nulla rimane uguale a se stesso, tutto si trasforma. Come nella fisica nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma, così anche la vita è un continuo divenire. Siamo in continuo cambiamento, perciò la persona che scegliamo a 20 anni a 40 può non essere più la persona più adatta a noi, perché nel frattempo siamo cambiati, a volte senza accorgercene.
  3. Non abbiamo il pieno controllo della nostra vita, delle nostre emozioni ed azioni. A volte quando ci sentiamo particolarmente centrati in noi stessi, e ci troviamo in una situazione emotivamente poco intensa, possiamo agire un certo grado di controllo sulla nostra mente e sul nostro corpo. Questo però non è sempre possibile! Viviamo spesso nell’illusione di avere un qualche controllo e crediamo che tutto dipenda da noi. Di conseguenza ci affliggiamo per gli errori che commettiamo, individuando in noi stessi gli unici responsabili. In parte questo può essere vero, dall’altra no. Per quanto vogliamo controllare a volte le cose vanno in maniera indipendente dalla nostra volontà. E non è colpa di nessuno. Alle volte però è preferibile per noi stessi sentirci colpevoli di qualcosa di cui pensiamo di avere controllo, piuttosto che sperimentare l’impotenza, ovvero non aver alcun potere di cambiare le cose, sensazione assai più dolorosa.

Considerando queste 4 leggi della sofferenza, proviamo a non dare nulla per scontato e a non essere schiavi delle nostre aspettative. Ogni cosa accade, e ogni persona accanto a noi pensa ed agisce a modo suo. Non necessariamente per farci un dispetto o per non curanza. Per questo potremmo sentirci a volte eterni incompresi, ma quanto di questo sentire dipende da noi e quanto dall’altro?

Ogni nuovo giorno che si affaccia è un miracolo, sta a noi decidere come viverlo.

Sono la Dott.ssa Sara Appoloni, psicologa, psicoterapeuta cognitivo comportamentale e mediatrice familiare. Terapeuta EMDR. Istruttrice di interventi basati sulla mindfulness in formazione ed esperta in mindfulness psicosomatica. Membro del direttivo regionale della Società Italiana Terapia Comportamentale e Cognitiva (2018-2021). Offro colloqui di psicoterapia e sostegno psicologico a bambini, adolescenti, adulti e coppie, sostegno alla genitorialità e mediazione familiare. Disponibile anche per la terapia online.

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