Quanto sta succedendo a Gaza, che ormai possiamo definire un vero e proprio genocidio, muove dentro di noi molti sentimenti. Sicuramente la paura che quanto sta accadendo dall’altra parte del mondo possa coinvolgerci; ma allo stesso tempo molta indignazione e sgomento. L’indignazione è però un sentimento che muove tutta una serie di altri sentimenti negativi, com l’odio e il rancore. Fino ad arrivare e vere e proprie forme di intolleranza e aggressività, nella mggiorparte dei casi, non giustificabili. Qual’è allora il sentimento più utile e nutriente da provare in queste circostanze?
Quanto difficile è amare il nostro prossimo come noi stessi? Quanto è difficle andare d’accordo con il vicino di casa, con il partner, i figli, ecc. Più le persone ci sono prossime e più rischiamo di dare il peggio di noi, perchè entrano in gioco le nostre ferite personali e le nostre dinamiche di funzionamento relazionale!
Usare quanto di terribile accade nel mondo per dirigere l’attenzione a sé stessi è l’unica opportunità che abbiamo per migliorare ciò che accade nel mondo!
Con questo non voglio dire che dobbiamo disinteressarci delle problematiche distanti da noi, è un dovere manifestare su quanto di terribile sta accadendo, tuttavia affinché ciò possa avere un eco positivo è necessario farlo attraverso il sentimento della compassione piuttosto che dell’indignazione.
Questa vuole essere una riflessione sull’importanza del lavoro interiore per occuparci non solo di noi stessi ma anche del mondo!
Per approfondire l’argomento, guarda il video su youtube al seguente link: