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Il disturbo oppositivo provocatorio

Il Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) rientra, nel DSM-5, nel capitolo dei Disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta. 

Tale capitolo raggruppa condizioni che sono caratterizzate da problemi di autocontrollo delle emozioni e dei comportamenti, che si manifestano attraverso comportamenti aggressivi, e/o che mettono l’individuo in contrasto con le norme sociali o figure che rappresentano l’autorità.

Caratteristiche del DOP

Quando parliamo di DOP, ci riferiamo a due classi di sintomi: 

  • Emotivi: umore irritabile/collerico, permalosità, risentimento
  • Comportamentali: conflitti con gli adulti, atteggiamento sfidante, provocatorio, vendicativo. 

I bambini con DOP mostrano comportamenti aggressivi, difficoltà a regolare le proprie emozioni e scarso rispetto delle regole date dagli adulti di riferimento. 

Per via dello scarso controllo emotivo/comportamentale e dei bias cognitivi di valutazione nei confronti delle intenzioni dell’ambiente esterno (percepito come eccessivamente richiedente e ostile), i bambini con DOP vanno incontro a frequenti conflitti, sia con le figure che incarnano l’autorità (genitori, insegnanti, adulti), sia con i pari all’interno delle relazioni sociali. 

Quando il comportamento oppositivo diventa patologico?

Nel corso della tipica traiettoria di sviluppo, il comportamento oppositivo si manifesta come espressione della volontà di autonomia da parte del bambino. 

La sua funzione è quella di ricercare e crearsi una propria autonomia e identità: in questi casi il bambino si oppone alle regole poste dagli adulti di riferimento o autorità scolastiche, perché le vede come una limitazione alla sua volontà di esplorare

Tale pattern comportamentale di solito tende a ridimensionarsi nel corso dello sviluppo in termini di frequenza, intensità e durata. 

Quando ciò non avviene e questa tendenza all’ostilità diviene cronica, compaiono anche difficoltà secondarie riguardanti l’adattamento, le relazioni familiari e più tardi quelle sociali con il gruppo dei pari. 

Fattori di vulnerabilità 

  • Fattori temperamentali: difficoltà nella regolazione emotiva (es. alti livelli di reattività emozionale, scarsa tolleranza alla frustrazione) 
  • Fattori ambientali: stile genitoriale rigido e/o coercitivo, incoerente o negligenti.
  • Fattori genetici e fisiologici: non è ancora chiaro se esistano o meno marker specifici per il DOP. Sono stati evidenziati alcuni marker legati ad anomalie nell’amigdala (centro della paura) o nella corteccia prefrontale (deputata al controllo attentivo, degli impulsi ed emotivo).

Traiettorie di sviluppo e decorso

Il Disturbo Oppositivo-provocatorio tende a manifestarsi per la prima volta durante l’infanzia.

Esiste una relazione evolutiva tra il disturbo oppositivo provocatorio e il disturbo della condotta (DC). Soprattutto nei casi in cui il DC si manifesta nella prima adolescenza, significa che in precedenza l’individuo avrebbe soddisfatto i criteri per il DOP. Questo decorso avviene soprattutto quando il DOP è caratterizzato da scarsi: empatia verso gli altri, senso di colpa e rimorso, interesse per quanto riguarda le proprie prestazioni scolastiche e bassa sensibilità alle punizioni. Questi bambini con DOP tendono a manifestare delle condotte aggressive più fredde rispetto a quelle degli altri ragazzi, condotte premeditate e volte a ottenere qualche tipo di vantaggio o di dominio sull’altro.

Tuttavia i bambini con DOP sono a rischio di sviluppare in seguito altri problemi oltre al DC, quali disturbi d’ansia e depressivi. 

Si rivela anche una correlazione elevata tra il DOP e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), confermata dal fatto che manifestano molteplici fattori di rischio condivisi.

In questi casi il problema primario è il deficit di attenzione. Esso mette il bambino di fronte numerose esperienze di frustrazione, che  attiva il comportamento oppositivo e aggressivo.

Un’ulteriore caratteristica che si osserva spesso nei bambini con difficoltà di attenzione e DOP è la scarsa autostima. Collezionando frustrazioni ed insuccessi, sia in ambito scolastico che relazionale con i coetanei, questi bambini possono convincersi che ci sia qualcosa di sbagliato in loro stessi e ciò può portarli a evitare e a opporsi a qualsiasi richiesta che arrivi dagli adulti o coetanei. 

In generale, quando il Disturbo oppositivo provocatorio persiste durante lo sviluppo, saranno frequenti i conflitti con genitori, insegnanti, coetanei e partner. Queste difficoltà spesso sfociano in difficoltà significative nell’adattamento emotivo, sociale, scolastico e lavorativo dell’individuo.  

Quando e come si può intervenire?

Di fondamentale importanza risulta essere l’intervento in ottica preventiva: le difficoltà nella regolazione emotiva, la scarsa tolleranza alla frustrazione e alla noia, l’impulsività sono una componente fondamentale del DOP. 

A tal proposito, interventi precoci volti ad implementare le capacità di riconoscimento, verbalizzazione e regolazione emotiva possono essere utili. Con lo scopo anche di migliorare le abilità sociali che permettano di instaurare relazioni con i coetanei e con gli adulti positive.

Per saperne di più, visiona il progetto “A tu per tu con le emozioni”.

In seguito alla diagnosi di DOP, gli interventi possono essere molteplici:

  • Parent training 
  • Teacher Training
  • Terapia individuale con il bambino 

Di fondamentale importanza, per il benessere del bambino con DOP, è l’intervento in ottica integrata, che coinvolga anche il proprio contesto (genitori, insegnanti, coetanei).

Sono la Dott.ssa Serena Carella, Psicologa clinica (O.P.M n.3456), specializzata in Disturbi Specifici Dell’apprendimento (DSA), e Psicoterapeuta in formazione. Frequento la Scuola di Psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale integrato presso la PTS- Psicoterapia Training School. Mi occupo di riabilitazione DSA, ADHD, DOP e di sedute di Parent training con i genitori. Offro inoltre colloqui di sostegno psicologico a bambini, adolescenti e adulti per difficoltà legate ad ansia e depressione, difficoltà nella gestione delle emozioni e relazionali, bassa autostima. Sono disponibile anche per colloqui online.

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