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Comunicare

Cosa significa comunicare?

Il termine “comunicazione” deriva dal verbo greco koinonéo, che vuol dire “partecipo”, e dal verbo latino communicare, che vuol dire “mettere in comune”.

 La comunicazione ha dunque due principali significati: è sia un processo di condivisione, sia uno scambio di contenuti tra interlocutori (Fatelli, Morcellini, 1997).

Secondo la psicologia della comunicazione l’uomo non può non comunicare, ogni comportamento, anche il silenzio, ha una valenza comunicativa, e può essere interpretato dagli altri.

Lo psicologo Albert Mehrabian ha formulato il modello ’55’38’7:

  • il 55% del messaggio comunicativo è dedotto dal linguaggio non verbale. esso è composto da tutto ciò che si trasmette tramite il movimento, la postura, la posizione occupata nello spazio , lo sguardo, un gesto della mano mentre si parla. Non sempre si è consapevoli di questi elementi. Essi forniscono, insieme al livello paraverbale, importanti informazioni sullo stato emotivo e cognitivo dei soggetti impegnati in una conversazione.
  • il 38% dagli aspetti paraverbali, che concerne il modo in cui viene detto qualcosa. Includono il tono, il volume, le risate, le pause, gli sbadigli etc..
  • il 7% dal contenuto verbale, costituito dalle parole che vengono usate. Questo è il livello di cui si è più consapevoli e che viene curato maggiormente.

Da questo studio emerge come le prime impressioni vengono determinate principalmente dal modo in cui ci si pone e dal modo in cui i concetti vengono espressi, piuttosto che dal contenuto verbale.

La comunicazione non verbale quindi svolge un ruolo fondamentale, permettendo di cogliere quanto nel messaggio non sempre viene esplicitato a parole.

Comunicare online

“Comunicare” nella maggior parte dei casi, porta a pensare a due persone che si incontrano. Mentre una parla, l’altra ascolta, con uno scambio comunicativo continuativo e diretto.

Con l’arrivo delle chat la comunicazione si è modificata.

Il livello verbale, che nelle comunicazioni dirette svolgeva un ruolo quasi marginale nella comprensione profonda della conversazione, in questo caso sembra essere diventato il livello prediletto.

Il livello non verbale prima occupava quasi il 93% di una conversazione. Ora è stato ridotto e “congelato” in emoticons, faccine e disegni che cercano di tradurre gli stati d’animo presenti al momento dell’invio del messaggio, ma che inevitabilmente appiattiscono il substrato emotivo del discorso.

Nella comunicazione diretta prima si percepiscono l’espressione del volto, il contatto visivo e poi quello ciò che l’interlocutore intende dire. Al contrario nelle chat arrivano solo testi e immagini che sembrano voler sostituire il non-verbale.

L’utilizzo delle chat ha, inoltre, modificato il tempo di risposta; infatti, è possibile rispondere ad un messaggio in un secondo momento, cosa che in una comunicazione diretta sarebbe impossibile.

Il messaggio in chat arriva, apparentemente come in una normale conversazione, ma segue delle regole diverse da quelle della comunicazione diretta.

Esso è immediato, ma l’interlocutore può attendere per rispondere, o può non rispondere, trasformando una conversazione in un monologo.

In chat mancano i feedback immediati necessari per aprirsi ad un confronto per continuare a comunicare. L’uomo ha bisogno di allinearsi con l’altro durante la conversazione controllando le varie reazioni a ciò che viene detto.

L’utilizzo dell’online toglie, quindi la presenza fisica degli interlocutori e con essa anche gli aspetti relazionali ed emotivi, mancano i segnali visivi, contestuali e manca l’ascolto del tono della voce e questo può creare dei fraintendimenti tra gli interlocutori.

Come si può comuni-care, cioè curare la propria capacità di comunicazione, in modo efficace anche online?

Comunicare in modo efficace in una conversazione diretta significa sapersi esprimere (a livello verbale e non verbale) in ogni situazione e con qualsiasi interlocutore in modo chiaro e coerente con il proprio stato d’animo.

Nelle conversazioni online è possibile “aver cura” della propria capacità di comunicazione, tenendo conto delle limitazioni insite in questo strumento.

Diventano necessari più che mai l’empatia e l’ascolto attivo, intesi come capacità di saper ascoltare con attenzione e partecipazione.

È fondamentale esporre con chiarezza i propri pensieri, affidandosi il meno possibile a scorciatoie grafiche, cioè non lasciando che siano gli emoticon, per esempio un “pollicione” alzato, a sintetizzare il nostro discorso.

Resta poi, imprescindibile osservare un galateo della conversazione on line, cercando di rispondere sempre ad un messaggio.

In conclusione bisogna tener presente che la conversazione telematica non può sostituire completamente quella tradizionale, la chat può svolgere un ruolo propedeutico a quello scambio di informazioni più articolato e profondo che consiste nel comunicare guardando il nostro interlocutore.

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