come riconoscere i primi segnali e come intervenire
In questo articolo scopriremo i segnali di quando l’autostima nei bambini diventa narcisismo, i comportamenti genitoriali che lo incoraggiano, le conseguenze nell’età adulta, come prevenirlo e intervenire con strategie efficaci. Intanto, facciamo un po’ di chiarezza, una cosa è essere sicuri di sé e avere una buona autostima, un’altra cosa è aver bisogno di brillare rispetto agli altri per sentirsi di avere un valore.
Cos’è il Disturbo Narcisistico di Personalità?
Il Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP) è una condizione psicologica caratterizzata da un’immagine grandiosa di sé, bisogno costante di ammirazione e mancanza di empatia verso gli altri. Le persone con questo disturbo spesso manifestano comportamenti arroganti, manipolatori e sono altamente sensibili a critiche o rifiuti (APA, 2022).
Per fare diagnosi di un disturbo di personalità qualunque, così come per quello narcisistico, per convenzione è preferibile aspettare la maggiore età; visto che la personalità si sviluppa lungo l’arco della crescita come esito dell’interazione dinamica tra predisposizioni innate e influenze esperienziali.
Segnali di Narcisismo nei Bambini
Tratti narcisistici possono tuttavia già manifestarsi in età evolutiva. Quali sono i segnali distintivi?
I bambini narcisisti tendono a:
- Credere di essere più speciali o più importanti degli altri e per questo meritare un trattamento speciale;
- Cercare costantemente lodi, riconoscimenti esterni e ricerca spasmodica dell’eccellenza;
- Sottovalutare, sminuire, disprezzare i coetanei o avvicinarsi solo a chi si presenta meritevole della loro amicizia;
- Reagire con rabbia o frustrazione alle critiche (Lambe et al., 2016) o a situazioni che possono essere minacciose per l’Ego (ovvero quelle situazioni in cui è possibile esperire: umiliazione, rifiuto, o la messa in discussione del proprio potere o reputazione);
- Mostrare instabilità emotiva, alternando emozioni altamente positive (euforia, orgoglio) a altre molto negative (rabbia e vergogna).
Differenza tra narcisismo e una sana autostima
Sebbene sia il narcisismo che l’autostima inizino a strutturarsi già dall’infanzia, tipicamente dai 7-8 anni – ovvero quando il senso di sè più strutturato e una rappresentazione di sè più globale iniziano ad evolversi (Harter, 2006) – di fatto sono due costrutti diversi, in piccola parte sovrapponibili ma per gran parte vanno distinti l’uno dall’altro.
Chi ha una buona autostima si sente soddisfatto di sé senza bisogno di confrontarsi o sentirsi superiore agli altri. Fa cose che lo rendono felice e lo soddisfano anche se questo non va incontro al favore degli altri, non ha bisogno di mettersi in competizione con gli altri. Ne è un esempio la frase: “sono una persona di valore tra gli altri”.
Il bambino narcisista, invece, ha bisogno di sentirsi “il migliore” per percepire il proprio valore e non necessariamente questo lo rende soddisfatto di sé e, inoltre, è tutto orientato ai risultati concreti e molto poco al come si sente. Il bambino narcisista non solo pensa bene di sé, ma è proprio desideroso di pensare bene di sé, diventa una necessità per mantenere alta l’idea grandiosa di sè. Ne è un esempio la frase: “Sono una persona più speciale degli altri”.
Narcisismo grandioso vs. narcisismo vulnerabile
Ci sono vari modi in cui è stato definito il narcisismo, un tratto di per sé funzionale ormai molto comune nella popolazione, soprattutto in persone di successo. Questo tratto diventa disturbo quando diventa eccessivo, pervasivo nella vita del soggetto nei vari contesti di vita e finisce per compromettere le relazioni interpersonali.
Il narcisismo grandioso (o anche chiamato “overt”) è caratterizzato da alta autostima, ansia di dominare il proprio ambiente sociale e rivendicare l’ammirazione a cui apparentemente si sentono in diritto. Quando si sentono messi in secondo piano possono diventare aggressivi. (Bushman et al. 2009).
Il narcisismo vulnerabile (o anche chiamato “covert”) è caratterizzato da bassa autostima, timidezza, possono apparire socialmente ansiosi e insicuri, e preoccupati della propria possibile inadeguatezza, ma sono comunque molto egocentrici. La discrepanza tra i loro sogni di grandezza e il sentirsi non apprezzati può lasciarli amareggiati e risentiti, piuttosto che aggressivi.
Narcisimo e sindorme dell’impostore
In alcuni casi nel bambino narcisista, caricato di molte aspettative (per lo più irrealistiche e/o che richiedono alti standard di performance) da parte della rete familiare può manifestarsi una sorta di sindrome dell’impostore. Il bambino stesso si rende conto di questa discrepanza tra ciò che è e ciò i genitori vogliono che lui/lei sia, e questo lo espone a una condizione di forte stress e ansia. Non sentendosi intimamente così tanto speciale, il bambino cercherà di essere “bravissimo/a” per aderire al meglio alle aspettative dei genitori.
Per non deludere i genitori questi bambini inizieranno ad avere condotte perfezionistiche, smetteranno di essere bambini e diventeranno “piccoli adulti” più maturi della loro età. Con il passaggio alla scuola superiore, solitamente il livello di stress diviene insostenibile e iniziano a manifestare dei disturbi (es. disturbi alimentari, disturbo ossessivo-compulsivo, o vissuti depressivi di grande entità associati ad agiti impulsivi e/o autolesionistici), come escamotage per uscire dall’idealizzazione genitoriale. Il disturbo diventa così l’alibi che li solleva dal peso delle aspettative genitoriali. Per questa ragione sarà ancora più difficile uscirne.
Quali comportamenti genitoriali promuovono il narcisismo nei figli?
Numerosi studi dimostrano che l’overvaluation genitoriale (ovvero la sopravvalutazione sistematica delle qualità del bambino), è uno dei principali fattori di rischio nello sviluppo del narcisismo “grandioso”. Questo include:
- Elogi esagerati e costanti, anche slegati da meriti reali;
- Confronti con altri bambini per dimostrare superiorità;
- Attribuzione di uno status speciale o del privilegiato al figlio;
- Proiezione narcisistica dei genitori, che cercano di brillare attraverso il figlio;
- Dare al bambino un nome raro o distintivo per farlo spiccare (es. Giulio Cesare).
Invece, un’educazione genitoriale che si basa sull’amorevolezza e il calore genitoriale è il precursore di una buona autostima nei figli.
Per di più, nei casi in cui si manifesta da parte delle figure di riferimento una continua sfiducia nelle capacità del bambino, critica e svalutazione può più facilmente portare allo sviluppo del narcisismo vulnerabile, come forma di difesa del proprio valore personale.
Conseguenze del Narcisismo nell’Età Adulta
I tratti narcisistici non trattati in età evolutiva possono cronicizzarsi in età adulta e portare a:
- Relazioni disfunzionali e instabili;
- Difficoltà lavorative legate all’incapacità di collaborare;
- Comportamenti manipolativi o aggressivi, specie in risposta a critiche o rifiuti;
- Difficoltà a provare empatia o senso di colpa;
- Problemi di salute mentale come depressione o ansia, soprattutto nei narcisisti vulnerabili.
Strategie per prevenire lo sviluppo del narcisismo
Fortunatamente, ci sono buone prassi educative per evitare lo sviluppo di tratti narcisistici:
- Favorire la Self-Compassion: incoraggiare i bambini a essere gentili con sé stessi nei momenti di difficoltà aiuta a sviluppare un’immagine positiva, ma equilibrata, di sé. La self-compassion è un potente antidoto contro il narcisismo.
- Educare al miglioramento personale: invece di confronti sociali (“Sei meglio degli altri”), usare confronti temporali (“Sei migliorato rispetto a prima”) per promuovere l’autoefficacia e ridurre la competitività.
- Limitare l’overvaluation: evitare elogi esagerati e ingiustificati. Il rinforzo positivo deve essere realistico e legato a comportamenti concreti, non a caratteristiche “speciali” innate.
- Sostenere una sana autostima: la vera autostima nasce da esperienze autentiche di successo, fallimento, empatia e cooperazione, non dal sentirsi superiori.
- Modelli genitoriali consapevoli: i genitori devono riconoscere le proprie tendenze narcisistiche e fare attenzione a non proiettarle sui figli. L’equilibrio tra affetto e realismo è fondamentale.
Conclusione
Il Disturbo Narcisistico di Personalità ha radici precoci e può compromettere seriamente la qualità della vita adulta. Comprendere le dinamiche familiari che lo alimentano è essenziale per prevenire lo sviluppo del disturbo. Educare con empatia, realismo e gentilezza è la chiave per far crescere bambini equilibrati e consapevoli del proprio valore, senza bisogno di sentirsi superiori.
Per un ulteriore trattazione sull’argomento vi invito a leggere un approfondimento sulle funzioni mentali del narsista, la differenza tra narcisismo sano e patologico, la danimica narcisista che si instaura nella mente di chi soffre di questo disturbo o delle forme più lievi.