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Autismo: 5 luoghi comuni da sfatare

Autismo, 5 luoghi comuni da sfatare

Il 2 aprile è la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’autismo istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU.

Cosa sono i disturbi dello spettro autistico?

Sono un insieme di disturbi del neurosviluppo, che si manifesta con precocità, nei primi 3 anni di vita e sono caratterizzati da una compromissione significativa nelle aree dell’interazione sociale e della comunicazione, contrassegnate da stereotipie nel comportamento, negli interessi e nelle attività.

I sintomi e la loro gravità possono manifestarsi in modo differente da bambino a bambino, è quindi sbagliato dire che “tutti gli autistici sono uguali”.

Si parla di spettro autistico e di livelli di funzionamento diversi, ma questo non è il solo luogo comune sull’autismo.

5 luoghi comuni da sfatare:

  1. Se parla, allora non è Autistico: non è vero! L’area del linguaggio è spesso compromessa, ma esistono alcuni casi nei quali la capacità di comunicare è adeguata e ben sviluppata.
  2. Non sente nulla, è come se fosse in un mondo solo suo: non è vero! Un ragazzo autistico manifesta diversamente dai suoi coetanei le proprie emozioni, ma ciò non vuol dire che non ne abbia. Questi bambini vivono in una condizione di iperstimolazione e ipersensibilità e percepiscono gli stimoli in modo più intenso rispetto agli altri. Sono, perciò, più sensibili agli stimoli e sembrano proteggersi da questi con atteggiamenti non sempre comprensibili (stereotipie).
  3. L’autismo dipende dal fatto che i genitori sono anaffettivi: non è vero! L’autismo è un disturbo del neurosviluppo con componenti genetiche. Si tratta di un disturbo multifattoriale ovvero vi è una predisposizione genetica sulla quale vanno ad agire diversi fattori ambientali non ancora del tutto identificati.
  4. Nessuna terapia è utile, non c’è niente da fare: non è vero! È stato dimostrato che grazie ad un intervento comportamentale è possibile migliorare le capacità comunicative, relazionali e di autonomia dei pazienti autistici, arricchendo così la loro qualità di vita.
  5. L’autismo passa con la crescita: non è vero! È possibile che durante lo sviluppo il bambino possa migliorare ma solo se si interviene precocemente, in modo tale da aumentare l’autonomia e la propria consapevolezza.

In conclusione

Una diagnosi precoce fa la differenza.

La ricerca clinica afferma che l’efficacia degli interventi è maggiore tanto più precocemente vengono iniziati.

Per questo motivo è importante aumentare la consapevolezza, dei genitori e degli insegnanti, del “profilo” tipico e atipico rispetto allo sviluppo comportamentale, sociale e cognitivo che caratterizza l’età evolutiva.

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